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Noi Uomini Divini nell’Uno: Questione di entanglement

Come promesso eccoci al secondo post dedicato al concetto di entanglement e alla Formula dell’Amore di Dirac. L’abbiamo affrontato in modo scientifico nel post intitolato: La condivisione porta alla soluzione: Questione di entanglement, questa volta il viaggio sarà più filosofico che scientifico. Ma perchè cimentarsi nell’affrontare lo stesso tema su un piano prettamente filosofico? Sì, è vero lo avevamo preannunciato, ma perchè?

Il mio maestro Guglielmo Marino, filosofo scomparso da circa 15 anni, avrebbe detto: “Una verità è vera se la si può ripercorrere anche al contrario, in senso inverso”. Parafrasando questo concetto scienza e filosofia molto spesso viaggiano agli opposti.

Credo e sento veramente che l’entanglement sia anche una questione di filosofia, di amore e pertanto desidero portare una mia personale testimonianza che non deve essere necessariamente opposta, ma rafforzativa in questo caso.

 

L’equazione di Dirac, che dice:Se due sistemi interagiscono tra loro per un certo periodo di tempo e poi vengono separati, non possono più essere descritti come due sistemi distinti ma, in qualche modo, diventano un unico sistema. In altri termini, quello che accade a uno di loro continua ad influenzare l’altro, anche se distanti chilometri o anni luce…”.

 

La mela proibitaPartiamo dal presupposto che l’Uomo è un essere pensante a volte, emotivo sempre, ama per lo più vivere insieme ai suoi simili, vive immerso nei desideri, spesso nelle passioni e… cerca quasi sempre l’anima gemella sia come partner della sua vita sia come l’altra metà della mela. Eppure, una semplice mela è simbolo forte ancora oggi di quello che viene chiamato “Peccato Originale”. L’altra metà della mela… e la mela come peccato originale… Curioso vero? Il primo come idilliaco re-incontro, l’altro come separazione. Buffo no?

Eppure è del “sistema Mela” che stiamo parlando… Pensando ad una mela, tutti abbiamo la stessa immagine… una bella mela!!! E’ importante evidenziare che, questo stesso concetto “mela” viene retto da diverse interazione con l’Uomo che permangono da secoli.

Ora, se entriamo nella percezione che questa “Mela” la interpretiamo come Noi esseri divini, Noi Uomini divini, Noi Scintilla Divina, allora possiamo dire che, l’altra metà di Noi stessi è sempre presente e la percepiamo costantemente in questo tempo-spazio come fuori da Noi.

In questo sentire c’è tutto. C’è l’unione, c’è il percepirsi fuori da noi, c’è il divino che ci fa palpitare, ci sono le nostre emozioni, i nostri sentimenti… ci siamo noi in un’altra forma.

L’eterno Presente dove tutto è condensato in un attimo, ora è qui. Non Prima non dopo. Ora.

Tutto quello che noi siamo, lo siamo sia qui nella manifestazione terrena, sia in quel profumo che possiamo chiamare Divina Scintilla che abita in Noi ma che è fuori da Noi.

Può essere facile da comprendere. Chi di noi non ha mai avuto il sentore di avere un altro sé stesso immanifesto ma presente e vivo?!?!?

Sì, è quella percezione di essere qualcosa di più di un Uomo che si alza la mattina, lavora, guadagna, si sposa, fa figli, li cresce e poi … e poi, tutti abbiamo il sentore di quella fiamma dentro che in qualche modo ci dice: Tu, proprio Tu, lo sai che sei Divino e che sei istantaneamente qui e altrove, magari non nato ma presente? E’ quella sensazione, di vederti altrove senza sapere dove. E’ quella vibrazione di irrequietezza, che si placa solo se ti senti compreso da te stesso. E’ quella gioia, che ti espande il cuore e ti genera calore e armonia dentro di te.

specchiarsi-468x300Qui non c’entrano gli altri. Qui ci sei tu, con la tua scintilla divina, con la tua anima, con cui sei perennemente connesso. Questo è l’atto d’Amore che l’”Eterno presente” ci dona per vederci fuori da Sé, per avere coscienza di Sé.

Opps… Sé… fuori da Sé… per avere coscienza di Sé… cioè? è come se per capire me stesso dovessi uscirne e vedermi dal di fuori. Ah, è come specchiarsi! Ora ci sono…

Quindi, se rendo la mia parte invisibile della mela visibile, senza rinnegarla o rifiutarla ma accogliendola e ascoltandola, ecco che magari riesco a vivere da quest’altra parte dello specchio in modo diverso e più vero ciò che da sempre desidero ma non realizzo, quello che da sempre percepisco ma non comprendo, la forza che mi ribolle dentro e che non riesco a far esplodere, l’amore che mi pulsa nel cuore che non esprimo, etc…

Nel momento in cui entro nella giusta vibrazione con il me invisibile, questo è lì pronto a supportarmi, ad instillare in me quella vocina che forse tutti per abitudine rinneghiamo ma che sentiamo e ci dice “fai così”…oppure “lo sai che non è giusto!”…

… è quella vocina che ci stuzzica e ci dice: vivi da Uomo e non come “pecora da gregge”!… con tutto il rispetto per le pecore…

Per un attimo “accetto me fuori da me”, come se fossi due nell’Uno ed ecco che vivo l’entanglement “filosofico-spirituale-Atto d’Amore perenne” che la vita ci propone da sempre, così meravigliosamente Uno espansi nella molteplicità degli Uomini, dove il respiro di Uno è il respiro di tutti, il movimento di Uno è il movimento di tutti, la forza della vita è la forza di tutti. Dove è inutile resistere a questa pulsione di sentirsi Uno nella molteplicità della vita. Saremo due, poi tre, poi tanti, per essere di nuovo… Uno!

Solo se restiamo sulla stessa frequenza riusciremo in questo intento di percepire Noi fuori da Noi, altrimenti restiamo perfetti sconosciuti a noi stessi.

La vita è piena di intrecci con gli altri, è piena di situazioni da superare, è piena di occasioni e di armonia da cogliere e, molto spesso, ci lasciamo trascinare dalle nostre terrene passioni, dai condizionamenti ambientali, dalle suggestioni che, oltre a limitarci, ci creano delle vere e proprie barriere… e così, non ci sentiamo e non ascoltiamo.

Ecco, essere “Me fuori da Me”, un tutt’Uno con Me stesso è per il mio personale sentire, vivere, gioire, il più grande entanglement che la vita mi offre…

 

Come concludere se non con un brano della poesia: “NON DIRE, DOPO: NON LO SAPEVO” tratto dal libro Poesie di Guglielmo Marino Ed. Avatar.

 

Sii giusto. Opera liberamente la tua scelta.

Fai ciò che credi sia bene o ciò che pensi sia male

In questo tuo operare nessuno ti ostacoli.

Assumiti la totale responsabilità dei tuoi atti.

Non agire in preda alla passione, alla paura, al turbamento.

Se non sai chiedi, cerca e indaga, perché “saprai”.

Dopo, non dire: “non lo sapevo”.

Perché se non sai, non sei obbligato a scegliere.

Ma se sai: “devi scegliere”.

Scegliere vuol dire “specchiarsi”.

Vuol dire creare-inventare-interpretare-testimoniare.

Vuol dire lasciare un’impronta d’uomo,

scoprire il sogno dell’autentica urgenza:

conquistare una piú vera vita umana

per sé stessi e in ragione degli altri.

Ma, “vale la pena” nascere per scoprire-vivere questo sogno?

Sí, vale. Non vi è sogno che l’uomo non possa realizzare

perché tremenda e sublime è “la Forza della Convinzione umana”.

 

Con affetto

Michele Scarpulla

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