Il mondo è uno specchio? – Seconda Parte
Ben ritrovato caro lettore. Ci siamo lasciati nel precedente articolo (“Il mondo è uno specchio? – PrimaParte“) con questa potente domanda: “che cosa di ciò che mi dà fastidio mi appartiene?”.
Hai avuto modo di rifletterci un pò su? Hai cominciato a notare quante volte puoi utilizzare questa nuova conoscenza per capire un pò meglio te stesso? Sono sicuro che se stai continuando a leggere questo articolo, come minimo la curiosità si è accesa in te.
Bene, oggi vedremo insieme come lo specchio si manifesta nelle nostre relazioni attraverso la Legge di Risonanza.
Abbiamo detto che ciò che ci dà fastidio è una proiezione verso l’esterno del nostro mondo interiore, quindi siamo noi in realtà che in qualche modo ci attiriamo un’esperienza o delle persone che ‘risuonano’ con ciò che abbiamo dentro. Come dice il detto: “Il simile attira il simile”. Allora ci rendiamo conto che in realtà siamo come dei magneti che attirano ciò che è simile alla nostra natura.
La fisica quantistica insegna che in realtà all’interno di un atomo, non esistono delle orbite fisse tracciate dagli elettroni, ma solo nubi di probabilità. E quando un osservatore testimonia ciò, l’onda collassa in un’unica orbita dell’elettrone preso in considerazione. Quindi viene meno la nube infinita di probabilità e si manifesta un unica possibilità, la singola orbita appunto. Ora proviamo a tradurre questo passaggio un pò tecnico con un analogia del nostro quotidiano.
Ogni volta che ci fissiamo su un pensiero o anche su un fastidio, stiamo facendo collassare l’onda delle infinite probabilità in un’unica direzione generando così la realtà corrispondente, ovvero una situazione in cui noi viviamo la manifestazione di questo pensiero o di un fastidio. Questo è ciò che in sintesi ci insegna la fisica quantistica. In seguito a questo viene da chiedersi: “Allora più mi focalizzo su una cosa, più questa si manifesta?”. Esatto, è proprio così.
Peccato che tutti noi ci soffermiamo quasi sempre su ciò che non va, su ciò che ci disturba, su ciò che ci fa soffrire e poco o niente su ciò che ci fa star bene, su ciò che funziona. Siamo così abituati a prendere in considerazione il dolore, a giudicare noi stessi e gli altri che dimentichiamo di focalizzarci su ciò che di bello la vita ha da offrirci.
Mi ricordo che alcuni anni fa nel mio primo viaggio in India, ero partito pieno di preconcetti riguardo alla potenziale (e aggiungerei assurda) pericolosità di quella terra. Infatti dei conoscenti mi avevano reguardito per un lungo periodo precedente al mio viaggio su tutto quello che di pericoloso poteva succedermi. Ebbene, i primi due giorni furono terribili; arrivato a New Delhi nel pomeriggio con l’aereo, dopo avere sistemato i bagagli nell’albergo, mi diressi con mia moglie in un luogo dove avevamo appuntamento con degli amici.
Peccato che la direzione presa dall’albergo fosse l’esatto opposto di dove dovevamo andare; ci ritrovammo così in una piazza frequentata da moltissima gente, tutti uomini che sembrava non avessero altro da fare che osservare noi costantemente. Nel nostro girovagare ormai era chiaro che non sapevamo dove stavamo andando, ci eravamo persi ed in più stava pure diventando buio. Ad un certo punto mi accorgo che tre uomini ci stanno seguendo già da alcuni isolati; comincio ad innervosirmi e a controllare costantemente se continuano a seguirci. All’improvviso esplodo e vado loro incontro urlando di andarsene, di non seguirci fino al punto che mia moglie mi afferra e mi scaraventa dentro un taxi.
Il giorno dopo si verifica una scena simile con un tassista che invece di portarci esattamente dove gli avevamo ci lascia in un altro luogo.; naturalmente nasce una lite non da poco con tanto di pubblico intorno a noi visibilmente divertito. Ecco, questi sono solo due dei tanti esempi che potrei fare riguardo alle leggi dello Specchio e della risonanza che ho vissuto personalmente.
Oggi mi vien da sorridere pensando a quei due episodi, fortunatamente riesco un pò di più a ricordarmi di fare un passo indietro e rivolgermi la famosa domanda: “cosa c’è in me che sta causando questo?”. In ogni caso capita ancora di cascarci, anche perché lo specchio agisce sempre in modo più sottile.
E tu in che cosa ti stai specchiando? Riesci ad essere ora un pò più consapevole che continui a vedere e a vivere semplicemente una proiezione del tuo mondo interiore?
Nel prossimo articolo imparerai come gestire meglio la realtà utilizzando queste leggi a tuo vantaggio.
A presto
Roberto Elos – Osteopata
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