Alla ricerca dell’armonia nascosta attraverso la fotografia
Alla ricerca dell’armonia nascosta
L’armonia nascosta fu una intuizione di Eraclito, uno dei maggiori pensatori dell’antica Grecia vissuto a cavallo tra il 500 ed il 400 a.C. Per Eraclito ci fu un Principio primo dal quale scaturirono tutte le cose che sono regolate da una legge eterna data dall’identità degli opposti e dall’armonia nella loro tensione. Secondo alcune scuole di studio della filosofia, Eraclito sarebbe venuto a conoscenza e poi avrebbe liberamente interpretato e sviluppato alcune linee di pensiero provenienti dall’Oriente. Certo è che esistono profonde analogie tra la concezione ericlatea dell’unità degli opposti, dell’armonia nascosta, del perpetuo mutuare delle cose con quanto ad ogni pagina va dicendo lo Chang tzu, uno dei testi del Taoismo cinese, oltre che con la metafisica indiana e persiana.
L’origine ama nascondersi sosteneva Eraclito, cioè si manifesta attraverso le cose ma dietro la loro apparenza; non raggiungibile attraverso il pensiero e la riflessione piuttosto con un atteggiamento di fiducioso abbandono al flusso della vita: un avvicinamento tra l’umano e la Natura, al cosmo cui si appartiene.
Uno dei caratteri essenziali dello strumento fotografico è indubbiamente il suo valore documentativo e allora la domanda è: può la fotografia dimostrare l’esistenza dell’armonia nascosta? Nella realtà quotidiana che ci circonda e che, tranne episodi naturali e artistici eccezionali siamo portati a considerare come un aggregato di episodi insignificanti se non di brutture?
Possiamo identificare, fotografare e documentare l’esistenza di un logos comune a tutti e che si sottrae alla guerra degli opposti, per individuare nella realtà quel che Mondrian sosteneva per la pittura? Che con un linguaggio che attraverso la molteplicità dei contrasti e le tensioni che essi determinano si possono creare per reciproca soppressione, l’equilibrio e il riposo.
Esiste nella realtà la pace? L’equilibrio e il riposo?
Andare in giro con la macchina fotografica “alla ricerca dell’armonia nascosta” significa volere entrare in empatia con i luoghi per i quali ci si incammina; aprire la mente a tutto ciò che si vede, ode e sente per accogliere il perpetuo scorrere di tutte le cose arrivando ad riconoscere l’equilibrio e la quiete che ci sono intorno. Fotografare l’armonia nascosta equivale a renderne testimonianza, offrire uno strumento di conoscenza.
L’armonia nascosta e l’approccio etico-sociale all’attività fotografica
La fotografia dell’armonia implica un approccio etico-sociale all’attività fotografica. Il valore etico della documentazione attraverso le foto dell’armonia nascosta consiste nell’impegno a testimoniare che c’è del comune a tutti, come nel volere offrire uno spazio sacro dell’ascolto iniziatico per porsi in armonia con la Natura conflittuale di cui si è tutti parte, originati da un comune Principio in perenne evoluzione.
Oggi la qualità di eticità viene più facilmente conferita alla sola fotografia di reportage. Ed invece che la fotografia dell’armonia nascosta possa avere un valore etico trova conforto dal fatto che gli strumenti adoperati per la sua identificazione nel reale provengono da quella profonda rivoluzione linguistica che investì la ricerca ai primi del Novecento di tutte le arti e che, banale sottolinearlo, non furono ovvie esercitazioni formali per la produzione di nuovi oggetti artistici in sé.
Mondrian giunse all’astrattismo, dopo l’iniziale naturalismo e passando per il cubismo, perchè cercava un linguaggio che gli consentisse di “arrivare più vicino possibile alla verità”, e il suo nuovo linguaggio fatto di “linee orizzontali e verticali, costruite con coscienza, portate all’armonia ed al ritmo” mirava ad un’opera d’arte che fosse “così forte quanto vera”.
L’olandese Mondrian aveva aderito alla società teofisica del suo Paese e fu in contatto epistolare con Rudolf Steiner che influenzò anche Kandinsky e Malevic e che pose le basi dell’euritmia, arte di gesti e movimenti per rendere visibile l’invisibile.
Che cos’è la vita? Qual è l’essenza della vita? Qual è la verità? C’è un Potere eterno, supremo, sconosciuto e innominabile, che governa l’universo tramite leggi immutabili ed eterne?
Andare a fotografare l’armonia nascosta è una caccia al tesoro. Gli strumenti ci sono dati dalle ricerche linguistiche di rottura della “metrica” operata in tutti i settori artistici nei primi del novecento, sino all’astratto che altro non è che la scienza che diventa il modo di rappresentare l’infinito spirituale. Al di fuori della riproduzione del reale.
Questo infinito spirituale è per Eraclito presente tra noi. Grazie alle intuizioni di van Doesburg, Mondrian e compagni, si va in giro con la macchina fotografica per riconoscerlo.
Giorgio Di Maio
Architetto, Fotografo e ricercatore dell’armonia nascosta
Fonte:
http://www.osservatoriodigitale.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1140&Itemid=55
http://www.osservatoriodigitale.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1147&Itemid=55