L’Equinozio d’autunno: la spada di Michele
L’equinozio d’autunno, il punto di mezzo tra mondo esteriore e mondo interiore
Ed eccoci giunti anche alla fine dell’estate, con un occhio che guarda ancora indietro a salutare ciò che è stato, mentre con l’altro scrutiamo il nuovo inizio nell’attesa di ciò che dovrà essere, muovendo passi cauti ma saldi – tra un ciclo e il successivo, proprio come fa l’Eremita dei Tarocchi.
L’equinozio d’autunno giunge per celebrare la morte della natura esteriore e il risveglio delle forze interiori, in un’inversione di polarità dal trionfo della Luce del giorno alla crescente presenza dell’oscurità, in un’esigenza sempre maggiore di raggomitolarsi su se stessi, che rappresenta anche l’opportunità di volgere lo sguardo all’interno del Sé. E’ adesso che siamo finalmente invitati a liberare la nostra Volontà.
In questa fase di presa di coscienza, l’energia che sostiene è anche quella dell’Arcangelo Michele, che con la sua lama ci aiuta a scindere l’involucro dal contenuto e trovare in entrambi quanto c’è di costruttivo, perché con esso potremo alimentare la nostra trasformazione verso una nuova vita, verso un nuovo ciclo. L’autunno è infatti il periodo dell’anno in cui separare le parti più dense di noi da quelle più sottili, per salutare le prime e seminare le seconde, focalizzando il nostro intento su cosa vogliamo far crescere. E’ il periodo dell’anno in cui stabilire cosa vogliamo costruire e mettere in cantiere, affinchè si manifesti nei cicli successivi.
Discernimento, equilibrio e volontà
Le forze presiedute dall’Arcangelo Michele sono forze di equilibrio e di giustizia, di discernimento tra il buono e il non-buono in un’operazione complessa, che può avvenire solo da una Presenza e da una centratura profonda: insomma, è un processo che avviene guardando all’interno, quando il chiasso e il movimento all’esterno si sono acquietati.
Quando la luce all’esterno si affievolisce, l’uomo inizia a percepire se stesso come portatore di una luce interiore che non è soggetta al declino; il sorgere della consapevolezza, il senso individuale, l’intuizione della solitudine cosmica e la responsabilità che deriva da una tale presa di coscienza sono le occasioni di crescita che l’energia dell’equinozio d’autunno ci offre. Quando la natura si spegne, è tempo di cercare la Luce laddove non tramonta mai e in questo giorno celebriamo la possibilità di riscoprire questa Luce dentro ciascuno di noi, di liberarci da ogni timore e da ogni condizionamento dell’animo, per ritrovare la nostra volontà e la forza del nostro intento.
Il Cerchio di celebrazione cristallino di questo equinozio sarà dunque all’insegna del passaggio da fuori a dentro, alla ricerca del nostro anelito, per poi poterci dedicare con Volontà ferrea alla semina dell’intento.
Prem Tara Valentina Lanfranchi
Cristalloterapeuta